Perpersone a rischio

Scopra in che modo le persone a rischio di sviluppare il diabete di tipo 1 possono trarre benefici dalla ricerca di INNODIA

Ad oggi, il rischio che i familiari sviluppino la malattia si basa sull’identificazione nel sangue di auto-anticorpi diretti contro le proteine delle cellule beta. Tali anticorpi sono delle proteine prodotte dalle cellule del sistema immunitario in grado di attaccare le cellule sane nel corpo in quanto le riconoscono come cellule “estranee”.

Il rischio di sviluppare il diabete di tipo 1 aumenta all’aumentare del numero di autoanticorpi rilevati. Tali autoanticorpi, però, possono essere presenti anche molti anni prima che si sviluppi il DT1. Essi spesso possono comparire nei primissimi anni di età anche in persone che sviluppano il DT1 solo nell’età adulta. Per questo motivo, riteniamo necessario condurre una ricerca approfondita che permetta di identificare nuovi (e migliori) biomarcatori in grado di predire e agevolare il follow-up della malattia.

Parenti di primo grado di pazienti affetti da diabete di tipo 1

I ricercatori del progetto INNODIA analizzano campioni di sangue, urina e feci dei parenti di primo grado (fratelli, sorelle, genitori o figli) dei pazienti con DT1 perché sappiamo che i parenti condividono il patrimonio genetico con i membri della loro famiglia e quindi potrebbe avere un maggiore rischio di sviluppare la malattia.

Persone a rischio nella popolazione generale

Il progetto attualmente accetta TUTTE le persone che risultano positive all’analisi degli autoanticorpi e quindi hanno maggior rischio di sviluppare il DT1, che siano state individuate in programmi di screening anche esterni a INNODIA. Si accettano anche persone che non abbiano nella loro famiglia alcun membro con DT1.